Non riesco a studiare: quante volte ti è capitato di pensarlo o dirlo ad amici e parenti che ormai strabuzzano gli occhi sconsolati?
Hai la sensazione che quando ti metti davanti al libro una polverina magica soporifera esca dalle pagine e ti faccia salire il più grande sonno di tutti i tempi. O magari proprio nemmeno riesci ad arrivarci al libro, a meno di non violentarti con minacce di qualunque tipo.
Sai benissimo che dovresti metterti a studiare, gli esami si avvicinano e la mole di roba da studiare cresce a vista d’occhio. Solo che qualunque cosa sembra più interessante che startene seduto davanti a quel groviglio di parole, schemi o formule che sembrano senza senso.
Non è colpa tua se non riesci a studiare: ecco perché
In questo nuovo articolo, a cura di Andrea Assi istruttore del Corso Genio in 21 Giorni della sede di Como, scoprirai finalmente qual è il vero motivo che ti porta a pensare “non riesco a studiare” anche se sai perfettamente che dovresti, fosse solo per tutti i sacrifici che fanno i tuoi genitori per mandarti all’università.
Il fatto è che, a differenza di quello che la maggioranza crede, non è colpa tua se non riesci a studiare.
O meglio non è colpa della tua cattiva volontà, della tua poca capacità di concentrazione o del fatto che ti manca la voglia di studiare.
Certo, sapersi concentrare è un’abilità fondamentale che è importante avere (e c’è modo di acquisire come spiego nel webinar gratuito a cui puoi accedere cliccando qui sotto) ma prima ancora di sapersi concentrare bisogna capire qual è la vera causa che ti porta a pensare non riesco a studiare.
Senza il ponte giusto è ovvio che non riesci a studiare
Sono sempre stato affascinato dalle culture antiche: la Grecia e l’Impero romano su tutte.
I Romani costruirono ponti davvero solidi, che durano ancora oggi (noi, come purtroppo mostra la cronaca, no).
Cosa c’entra questo con il tuo non riuscire a studiare? È presto detto: ogni nuova informazione deve poter essere collegata a qualcosa che conosci già, per poterla ricordare.
Secondo uno studio (Baddeley, Eysenck e Anderson, 2011) più si collegano le nuove informazioni con quelle che già si possiedono, tanto migliore sarà il ricordo.
È per questo motivo che un ragazzo ricorda tutti i nomi e tutte le statistiche della squadra di cui è tifoso, ma non ricorda con la stessa facilità tutte le informazioni della materia su cui fa fatica.
In quest’ultima non riesce a collegare le nuove informazioni con ciò che ha studiato nel passato. Gli manca la capacità di elaborare i nuovi dati in entrata.
Per riuscire a raggiungere un nuovo territorio separato da un corso d’acqua, i Romani costruivano un ponte.
Allo stesso modo, per accedere alla conoscenza, ti serve costruire una struttura solida per collegare ciò che sai già con ciò che non sai ancora.
Ecco perché finisci per pensare “Non riesco a studiare”
Quando arrivi all’università però, a differenza di quanto succede alle superiori, la stragrande maggioranza delle informazioni che devi studiare sono completamente nuove. Devi ricominciare da zero. Ti mancano le fondamenta su cui costruire i tuoi ponti.
Se cominci a studiare senza avere i riferimenti necessari per capire quello di cui il libro sta parlando, se ti mancano dei pezzi, se non sai orientarti nella mole di informazioni che devi studiare, finisci invariabilmente per perderti. Non riuscirai mai ad attraversare sano il fiume impetuoso di tutto quello che devi studiare.
E questa sensazione di impotenza, di non farcela, di non riuscire a ricordare quello che hai studiato, poco per volta diventa frustrazione, poi rabbia, poi sconforto.
Chi mai si alza la mattina dicendo: “Fantastico, oggi è una splendida giornata di sole. Ho proprio voglia di mettermi a fare qualcosa che mi frustra a morte e mi fa sentire uno sfigato”.
Nessuno, ovviamente.
Eppure è quello che ti tocca fare, se sai di dover studiare ma non hai idea di come farlo senza soffrire le pene dell’inferno.
Ecco quindi che ti viene da pensare “non riesco a studiare”. In realtà non è che non riesci a studiare perché sei uno sfaticato ma perché (giustamente) come tutti non hai nessuna voglia di affrontare una montagna sapendo che ogni 100 metri scivolerai e dovrai ricominciare da capo, rotolando alla base pieno di graffi e di dolori.
La soluzione per smettere di pensare che non riesci a studiare
Cominci quindi a capire che, se non vuoi continuare a sudare sette camicie ogni volta che apri un libro, nello studio devi imparare a costruire “ponti” fra ciò che già sai e ciò che devi studiare.
Come ci puoi riuscire?
La chiave fondamentale sta nel potenziare le tue abilità di ELABORAZIONE ATTIVA DEL MATERIALE.
Non farti spaventare dalle parole, in realtà è molto più semplice di quello che credi. Solo che raramente a scuola ti spiegano come avere un metodo di studio efficace così arrivi all’università che sei come un soldato che va in guerra armato solo di forchetta, coltello e buona volontà.
Vediamo quindi in cosa consiste esattamente l’elaborazione attiva del materiale e come questa semplice pratica ti può aiutare a liberarti molto in fretta dalla sensazione di non riuscire a studiare.
Se studi da un testo, avrai notato che la struttura prevede la divisione in capitoli, paragrafi e capoversi. Questa suddivisione degli argomenti non è casuale.
L’obiettivo è aiutarti ad approcciarti GRADUALMENTE all’argomento del libro.
Devi prima leggere tutti i titoli dei capitoli e dei paragrafi e cercare di capire come sono collegati tra di loro. Questo ti prepara allo studio vero e proprio. È come sapere che dovrai cucinare un dolce, anziché un primo piatto. Preparerai la cucina in un modo diverso.
Una volta fatta una breve anteprima della struttura del testo, inizia a leggere.
Saprai di aver letto in modo analitico ed efficace quanto basta se e solo se dopo avere capito, sei anche in grado di rispondere alla domanda: lo saprei spiegare ad un bambino?
Ma per poterlo spiegare ad un bambino e poter capire al primo colpo quello che leggi, devi avere delle PRECONOSCENZE adeguate.
Se ti mancano, la prima lettura non basterà, ma avrai bisogno di rileggere più volte il testo. Inoltre, se il tuo lessico è incompleto, questo non ti aiuterà.
Per riuscire a studiare ti serve un kit di strumenti di base efficace e funzionante
Una delle collaborazioni di cui andiamo molto fieri è quella con il CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il più grande ente pubblico di ricerca in Italia.
Il CNR, proprio a riguardo dell’apprendimento ha fatto delle scoperte importantissime sul come insegnare i fondamentali dell’apprendimento.
Grazie alla collaborazione con il CNR, tutti noi istruttori di Genio in 21 Giorni abbiamo seguito e ci formiamo continuamente su queste competenze fondamentali che ci permettono di insegnare ai nostri studenti il modo più rapido ed efficace per superare le difficoltà di uno scarso lessico, di una scarsa capacità di ragionamento e di espressione.
Quindi: una volta compreso il contenuto (lo sai cioè spiegare ad un bambino), devi imparare a trovare le parole chiave per sintetizzare i concetti più importanti.
A scuola non ci insegnano a farlo.
Devi sapere che non è sufficiente sottolineare qualche parola qua e là né, meno che mai, sottolineare interi paragrafi. Perché possano essere efficaci, le parole chiave hanno alcune regole specifiche, che insegniamo al corso.
Tecnicamente per essere efficace la parola chiave deve essere un richiamo immediato di un concetto presente in modo più esteso nel testo.
Si chiama “chiave” perché deve aprire una porta, o meglio, un concetto più esteso.
Solo quando avrai trovato le giuste parole chiave, allora potrai segnarle/evidenziarle con una matita, una penna, o un evidenziatore, a tua scelta.
Ciò che conta è che ti chiedi di segnare, ossia di concentrarti sul distinguere cosa davvero conta per te, di quel paragrafo e in che modo queste “parole”, ricollegandole, ti aiutano a richiamare il concetto.
Da ‘non riesco a studiare’ a ‘ho voglia di studiare’
Se fai questo lavoro di elaborazione attiva del testo hai gettato finalmente le basi solide per costruire il tuo ponte.
È qui che arriva il bello dello studio
È qui che ci si trasforma in degli studenti attivi.
È qui che la magia dell’apprendimento inizia e tu finalmente non solo riesci a studiare ma hai voglia di farlo. Hai voglia di studiare semplicemente perché studiare per te è diventato semplice, non è più una lotta titanica che sai di perdere in partenza.
Questa per esempio è la testimonianza di Danilo (ne puoi trovare migliaia d’altre nel nostro gruppo Facebook o nel sito www.testimonianzegenioin21giorni.it, dove ti spieghiamo anche la certificazione “ZeroTruffe” che ci ha rilasciato Il Salvagente, a garanzia di quanto leggi)
Quando hai messo giù le basi solide del tuo ponte, puoi passare a costruirlo.
Per costruire il ponte insegniamo ai nostri corsisti come usare le Mappe Mentali, anziché altri schemi e/o riassunti.
Tony Buzan le ha inventate negli anni ‘70, e con gli anni noi le abbiamo evolute in uno strumento di comprensione, di elaborazione e di ricordo attraverso la personalizzazione del metodo secondo il tuo personale stile di apprendimento.
Devi sapere infatti che, a differenza di qualunque altro corso che puoi trovare sul mercato, il nostro è l’unico metodo basato su un’analisi accurata del tuo profilo di apprendimento. Un analisi che viene svolta attraverso un test validato. (per saperne di più e chiedere di poter fare il test, ascolta questo webinar e scopri come fare)
Le Mappe Mentali hanno delle caratteristiche ben specifiche e al corso ti insegniamo come utilizzarle per sfruttare al meglio il tuo profilo cognitivo e i tuoi stili di pensiero.
Come avrai capito, quello che ti insegniamo a fare non lo puoi imparare da questo post, ma hai bisogno di essere affiancato e allenato da un professionista.
La gratificazione che proviamo nell’affiancare i nostri corsisti è impagabile.
Vedervi sviluppare capacità di elaborazione ci rende fieri di voi.
Persone capaci di apprendere diventano persone capaci di produrre nuove idee.
Siamo consapevoli che questo non potrebbe accadere se lo studio fosse una ripetizione di contenuti. Abbiamo a cuore i vostri risultati perché sappiamo che dallo studio attivo nascono idee e siamo sicuri che insegnare ad elaborare ciò che studiate significa creare un ponte tra la società di oggi e la società del futuro, quella in cui è possibile realizzare i propri sogni.
Mettiamo insieme i mattoni, perché ci aspetta un futuro radioso!
… e si, inizia dalla costruzione di tanti ponti.