Non ho mai voglia di studiare

🔸 Pensi anche tu che non avrai mai voglia di studiare? Scopri come trasformare il tuo peggior incubo in un’abitudine naturale quanto lavarti i denti

Quando avevo 6 anni odiavo lavarmi i denti, lo detestavo con tutto me stesso, mettermi davanti allo specchio e fare avanti e indietro con lo spazzolino mi sembrava una tortura degna del medioevo.

Disperato guardavo mia mamma che mi diceva “Massimo, ricordati di lavarti i denti prima di andare a dormire” e straziato mi dirigevo verso il bagno, con un’aria mesta, degna di un’opera drammatica.

Quando avevo 11 anni la scuola si è fatta un po’ più difficile, alle 14 ero a casa il pomeriggio, e mi lanciavo letteralmente sul divano, accendendo la televisione, o leggiucchiando un libro, o facendo qualsiasi cosa che non fosse studiare.

I pensieri si attorcigliavano uno dietro l’altro, mentre io ammiravo il bianco intenso del soffitto, ponendomi interrogativi sul senso della vita, come tutti gli altri ragazzini undicenni immagino, credo, penso, non sono certo, ma non mi pongo troppe domande.

Più avanti negli anni mi sono innamorato della corsa, della sensazione di mettere un piede dopo l’altro, avanti, sulla strada, della sensazione del vento nei capelli, dell’aria sulla nuca, dei muscoli tesi, del fiato corto e di tutte quelle sensazioni che solo percorrere a lunghe falcate la strada poteva darmi.

Ora che sono un adulto mi lavo i denti regolarmente senza bisogno che nessuno mi dica nulla, come è ovvio che sia, mia madre non deve più preoccuparsi di chiamarmi e dirmi “Max, mi raccomando l’igiene orale è molto importante”.

Ogni giorno da ormai tutta la vita, apro i libri in automatico, e studio. Non ho verifiche, non temo interrogazioni, nonostante questo mi metto alla scrivania e studio, manuali, libri, testi di filosofia, arte, storia, psicologia e pedagogia e qualsiasi cosa mi capiti sotto tiro.

E corro. Mi alleno con dedizione instancabile, metto tutto me stesso, e non esiste al mondo che io non lo faccia.

Una piccola abitudine sembra irrilevante, ma una somma di abitudini costituisce il cambiamento di una vita

Cosa intendo con queste parole? E perché ti sto raccontando tutto questo?

Immagina questo:

  • Svegliarti la mattina e sederti alla scrivania senza problemi, senza combattere contro la voglia che non c’è mai, senza perdere tempo davanti al telefono, senza passare ore su Instagram;
  • Studiare con precisione ogni capitolo, e smettere di fissare le farfalla che svolazzano fuori dalla tua finestra, come se fossero la cosa più interessante del mondo;
  • Sfruttare ogni minuto della tua giornata, anche i ritagli più inutili, e avere sempre serate e weekend liberi.

Sembra un sogno? Non lo è affatto, quello che è necessario fare però è inserire una nuova piccola abitudine nel tuo quotidiano, che ti permetta di cambiare completamente la tua vita di studente.

“Sì, ma sarà un cambiamento lungo e difficilissimo?”

E invece no, non servono milioni di anni per stravolgere la tua vita, bastano 21 giorni, più o meno.

Mi spiego meglio, ci sono delle verità scientifiche che quantificano il tempo necessario per creare una nuova abitudine, non mi sono svegliato io una mattina pensando “oddio come mi piace il numero 21, penso lo userò per inventare una nuova teoria”.

Maxwell Maltz era un chirurgo plastico che nel 1950 iniziò a notare un modello mentale alquanto strano nei suoi pazienti.

Quando il dottor Maltz eseguiva un’operazione – come quella di rifare un naso, per esempio – notava che nei pazienti ci volevano circa 21 giorni di tempo per abituarsi a vedere la loro faccia nuova.

Passavano i primi 20 giorni a fissarsi nello specchio perplessi, a cercare ogni superficie riflettente disponibile per rimirarsi, si guardavano in ogni scorcio possibile e immaginabile, un po’ come fai tu quando ti tagli i capelli, e poi tutto ad un tratto, quello diventava il loro vero naso, il loro vero zigomo, o mento.

Allo stesso modo, quando un paziente aveva un braccio o una gamba amputata, Maltz notava che il paziente sentiva ancora la presenza di un arto fantasma per circa 21 giorni prima di regolare il suo stato alla nuova situazione e creare una nuova abitudine.

Queste esperienze spinsero Maltz a ragionare sul periodo di adattamento ai cambiamenti e ai nuovi comportamenti, e si accorse che anche su stesso ci volevano circa 21 giorni per creare una nuova abitudine. Maltz scrisse su queste esperienze e disse:

Questi e molti altri fenomeni comunemente osservati tendono a dimostrare che solitamente si richiede un minimo di circa 21 giorni per trasformare una vecchia immagine mentale e creare una nuova abitudine.”

Ma le informazioni girano esattamente come il telefono senza fili, seguendo lo stesso identico principio, per questo molti ora vanno solo in giro a sbandierare che avranno un cambiamento completo e radicale in 21 giorni.

Si è cambiato un pezzetto alla volta il significato originale della frase, sradicandolo completamente e usandolo per i propri scopi.

Ma non solo, ad un tratto hanno iniziato a comparire persone che alzavano la mano, dicendo “no, i giorni sono 30, sono 45, sono 67, cambiano per ognuno di noi”.

Si sono fatte ricerche con un campione minimo di persone, che sembrano distruggere il mito e l’opera intera di Maltz.

Presunti esperti accorsi da ogni dove hanno iniziato a denigrare il lavoro di questo studioso, e di tutti coloro che stavano cambiando, e stravolgendo la loro vita in meglio applicando i suoi concetti.

Cambiare in 21 giorni si può

Come dice Elena, i risultati si possono vedere anche solo dopo una settimana, un giorno, oppure, come ho visto con i miei occhi, serve più tempo.

Il cambiamento dipende da 3 fattori chiave

  1. La teoria del fiocco di neve. Volevo dare un nome poetico, ma è piuttosto semplice, il punto è che TU non sei come tutti gli altri, proprio come non esistono due fiocchi di neve identici non esistono nemmeno due esseri umani identici, quindi la velocità del tuo cambiamento dipende da te, dal tuo punto di partenza.
  2. Mangiare un frutto al giorno o laurearsi in biochimica. C’è una grossa differenza in base al tuo obiettivo finale. Se l’abitudine che vuoi inserire nel tuo quotidiano è quella di mangiare una mela al giorno, è possibile ti basti pochissimo per farcela. Se invece hai lo scopo di raggiungere successi altissimi, laurearti, imparare il cinese, ecco allora il tempo richiesto sarà diverso.
  3. Tu, te, e soltanto tu. Devi farlo. È una parte dell’azione che ti tocca compiere. Il cambiamento non avverrà solo perché l’hai deciso. Quindi in base al tuo impegno cambierà anche il risultato, è scontato.

“Non ho capito Max, posso diventare un bravo studente in 21 giorni?”

 La risposta è sì, ma non se pensi sia un rimedio magico.

21 giorni sono il tempo minimo per acquisire un’abitudine, il tempo necessario perché non sia più uno sforzo contro natura, perché tu non debba combattere contro la pigrizia, e non ti trovi a faticare oltre misura per svolgere delle semplici attività.

Ti sarà automatico come lo è per me e per chiunque altro lavarsi i denti? NO.

Il concetto è semplice, puoi arrivare ad ottenere risultati grandiosi, voti mai visti, e dare millemila esami in una sessione, vai qui www.genioin21giorni.it/testimonianze se hai dubbi a riguardo e leggi cosa dicono i ragazzi che hanno sperimentato sulla loro pelle Genio in 21 Giorni.

Dicevo, raggiungerai qualsiasi tuo obiettivo, è tutto assolutamente alla tua portata, ma per arrivare lì ci vorrà più impegno, ma fin da subito invece potrai goderti risultati pazzeschi.

Come puoi avere tutto questo, aprire il libro con tranquillità e memorizzare fin da subito ciò che c’è scritto? Con la naturalezza con la quale ti lavi i denti?

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