Ecco perché studiare in biblioteca non ti aiuterà a prendere 30 e lode

Mi sentivo soffocare.

Pensavo di morire e invece non era il cuore che mi stava abbandonando.

La luce glaciale dell’aula picchiava sul mio libro e rifletteva come il sole su una distesa innevata.

Il silenzio poteva essere tagliato con un coltello. Lo sentivo, tic tac, tic tac: dovevo sbrigarmi, l’esame era alle porte.

Sentivo il ticchettio di una matita sul banco, lo sfrusciare delle pagine che venivano girate nervosamente e la ventola dei portatili con il loro calore assordante.

Era quasi un’ora che mi trovavo in biblioteca, eppure mi sembravano passati già due lunghi inverni.

La ragazza davanti a me scriveva impugnando con rabbia la penna; le parole venivano schiacciate sulla pagina come vittime di una guerra.

Il ragazzo accanto a me invece ripassava sottovoce, scandendo le parole con le labbra e seguendo un filo logico che mi distraeva.

Era passata un’ora e non avevo iniziato a leggere nemmeno una pagina. Studiare non mi era mai sembrato così stressante. E stare in biblioteca era un’agonia.

È stato in quel momento che sono scappata.

Ho corso il lungo corridoio di sangue e libri sporchi e ho lanciato uno sguardo deluso alla bibliotecaria, che poco prima mi aveva accolta sorridendo.

È stato in quel preciso momento che ho capito che il metodo di studio che stavo usando non funzionava più e che lo studio non dovrebbe essere paragonato a una tortura medievale.

Il racconto di questa ragazza potrebbe essere quello di qualunque altro studente impegnato a combattere la guerra dello studio, compreso il tuo.

Ne ho sentite a migliaia di storie come questa. Ragazzi che vanno in biblioteca o in aula studio sperando di riuscire a performare meglio e poi si ritrovano alla sera ad aver letto si e no venti pagine.

Ecco perché voglio aiutarti a superare la fatica e l’ansia che ti assalgono ogni volta che devi cominciare a studiare.

  • Il profumo dei libri antichi.
  • I lunghi corridoi illuminati.
  • Il silenzio.

Forse anche tu sei uno di quelli che credono che la biblioteca sia un luogo idilliaco che ti può trasformare in uno studente modello.

Quando decidi di andarci pensi che riuscirai a studiare ore intere senza cedere alla tentazione di sfondarti di serie tv.

La  compagnia di altri “poveri studenti” come te ti aiuta a sentirti meno solo.

Ma proprio in quella selva di libri si nasconde uno dei tuoi più subdoli nemici

Se per te rimanere concentrato anche solo per cinque minuti è un’impresa, studiare in biblioteca sarà sempre come studiare in discoteca

Un casino totale.

Non è il luogo a fare la differenza, ma la capacità di concentrarti.

“Ma io ho preparato tantissimi esami in biblioteca e mi sembra che siano sempre andati bene!”

D’accordo, ma come li hai preparati quelli esami?

Con un sorriso smagliante, un’energia da gladiatore e la certezza che avresti preso 30 e lode senza problemi o sottolineando tutto e ripetendo a bassa voce mille volte, con il timore di fare la figura del baccalà davanti al professore?

Ecco i 5 motivi per cui studiare in biblioteca non ti aiuterà a prendere 30 e lode

1) Distrazioni

Studiare in biblioteca è come studiare in camera tua, quando sei a casa da solo e i tuoi coinquilini sono fuori dai piedi?

No.

La biblioteca è piena di altri studenti che, anche se non parlano, fanno rumore: c’è chi gira le pagine nervoso, chi mastica la penna e chi martella sulla tastiera come se fosse un carro armato.

E così, mentre leggi, cercando di capirci qualcosa e di seguire la tua voce nella testa, vieni distratto dagli altri che studiano.

Se qualcuno si alza per andare al bagno, non riesci a non alzare gli occhi dal libro cedendo alla curiosità.

Ti ritrovi così in un silenzio forzato, che comunque ti distrae.

2) Il disagio del Grande Fratello

Sai che gli altri devono preparare gli esami e hanno altri problemi esistenziali da risolvere più importanti di guardare te, eppure, mentre ripeti per l’ennesima volta la formula chimica dell’ammoniaca, ti senti osservato da chiunque ti sia vicino.

Alan Pegna e il suo team dell’università di Ginevra, tramite uno scanner celebrale applicato su un non vedente mentre veniva osservato, sono riusciti a dimostrare che siamo in grado di registrare interiormente quando veniamo osservati, anche se chi ci guarda non è nel nostro campo visivo.

Mentre sei chino sui tuoi libri, il pensiero che qualcuno stia lì a guardarti e a giudicare il tuo maglione, il tuo zaino, il tuo taglio di capelli o la tua materia ti farà sentire perennemente spiato.

Ti sembrerà di essere in una puntata del Grande Fratello e l’attenzione a quello che studi andrà a farsi benedire.

Grazie, biblioteca!

3) Postura da statua Egizia sul trono

Visto che sentirti osservato costantemente ti mette a disagio non puoi nemmeno metterti nella posizione più comoda del mondo o coi piedi sul tavolo come piacerebbe a te.

Al contrario. Dopo due ore passate seduto su una scomoda sedia, impettito come una statua Egizia, le tue gambe cominceranno a lamentarsi.

Ti serviranno passeggiatine al bagno (sempre occuato) per sgranchirti le gambe, mentre tutto quello che vorresti è stravaccarti e vestirti più comodo possibile, con una di quelle tutone calde e morbide.

Vorresti mettere i piedi sulla scrivania per far circolare il sangue, alzarti per passeggiare e parlare da solo ad alta voce mentre ripeti la lezione.

Peccato che in biblioteca non puoi essere te stesso e ti tocca stare lì imbalsamato, per ore ed ore.

Anche perché muoverti  troppopotrebbe dare fastidio agli altri.

Sentirti a disagio ti stressa e lo stress, come dimostra uno studio pubblicato su ScienceDaily, danneggia la tua corteccia celebrare, facendo perdere colpi alla tua memoria.

4) Studio disperatissimo senza pause

Quando sei a casa e a ridosso di un esame studi 4 ore di fila, come se il tuo cervello fosse instancabile.

In biblioteca la maratona dello studio è ancora più da record!

Dato che sei rinchiuso in un’aula piena di altri studenti, ogni volta che ti alzi ti sembra ti avere tutti gli occhi puntati, come una modella sulla passerella, così cerchi di spostarti meno possibile.

Fai lunghe tirate di studio, senza lasciare la tua posizione in trincea.

Le tue pause più entusiasmanti si riducono:

1) una passeggiata fino al bagno;

2) entrare su WhatsApp per vedere se “tu sai chi” ti ha risposto;

3) addentare un cracker guardando come studia il tuo compagno di scrivania;

Sei sicuro che studiare ininterrottamente sia una buona idea?

Dalle ricerche di Harvard, 40 minuti sembra il tempo massimo in cui riesci a rimanere abbastanza focalizzato sulla materia che stai studiando.

Dopo 40 minuti comincerai a sentire odore di bruciato: è il tuo cervello che si sta fondendo come un processore sovracaricato.

“Posso fare una pausa Instagram seduto in biblioteca, visto che non posso alzarmi?”

Se, lallero, non c’è niente di più sbagliato!

Le migliori pause che puoi fare sono:

1) camminare: se lo fai nel corridoio della biblioteca sembrerai un avvoltoio!

2) dormire! Finalmente la tua laurea in pigriziologia servirà a qualcosa.

I Power- Naps (pisolini energetici) sono un’abitudine diffusissima nella Grande Mela, dove sono a disposizione delle strutture apposite per fare la siesta per qualche dollaro.

Una ricerca del 2010 mostra come una dormita di 10 minuti porti la tua performance ad un livello da campione per le 4 ore successive di studio!

Dormire in biblioteca? Con pigiamino e il tuo pupazzetto dell’infanzia?

“No, grazie!”

3) Just Dance

Come dice sempre l’imprenditore di successo Richard Branson: il movimento aumenta l’energia.

Mettiti una sciarpa leopardata al collo e canta e balla come se fossi sul palco di Broadway!

Metterti a ballare sui banchi e trasformare la biblioteca in una scena di High School Musical?

“No Maria, io esco!”

Nessuna di queste pause le puoi fare in biblioteca.

“Io vivo con degli inquilini che suonano in una rock band di elefanti! Non posso studiare in mezzo a quel manicomio! Devo per forza andare in biblioteca.”

Ecco perché

Non è il luogo che devi cambiare

Ma il metodo di studio che usi

Guardiamoci nelle palle degli occhi:

studiare è noioso!

Ripetere cento volte sempre le stesse informazioni, leggere pagine e pagine di concetti tecnici tutti in bianco e nero e non ricordarti mai niente non è per niente piacevole.

Anche se studi isolato in camera tua, non puoi essere felice di dare gli esami, se per te studiare è una tortura.

E non puoi concentrarti se soffri ogni volta che apri un libro.

Per fortuna esiste un metodo di studio che:

1) non rende lo studio una tortura!

2) puoi farlo ovunque, anche sulla metro mentre tutti gli sconosciuti ti guardano, senza però perdere la concentrazione;

3) velocizza la tua comprensione 4 volte di più, senza dover ripetere per ricordarti le informazioni;

Genio in 21 giorni è il metodo che quadruplicherà la tua velocità di studio

Facendoti prendere 30 e lode senza sprecare ore in biblioteca

“Ci credo solo se lo vedo!” E fai bene!

Anche Giorgia era scettica quando è venuta a sapere del metodo Genio.

Non voglio che mi credi sulla parola infatti, voglio che prima provi le tecniche sulla tua pelle.

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