Cos’è la dislessia in parole povere? Si tratta di uno dei più frequenti DSA- disturbi dell’apprendimento.
Un disturbo che porta chi ne soffre a faticare a leggere e a comprendere dei testi scritti. Tuttavia, molte persone non sono a conoscenza sui sintomi di questa condizione e su come si può trattare per consentire chi ne è affetto di apprendere come tutti gli altri.
Prova a pensarci, la maggior parte degli strumenti che utilizziamo per studiare è in forma testuale, quindi un vero incubo per chi con le lettere non si trova bene!
Se poi il tuo metodo è basato sulla rilettura, sulla scrittura e sulla ripetizione, non fai altro che aggravare la situazione, i tempi di studio si allungano ulteriormente, aumenta la stanchezza e la tua motivazione cola a picco.
A questo si aggiunge una scarsa preparazione di famigliari e docenti, che spesso non sanno come gestire la situazione in maniera efficace.
Ci sono ad esempio alcuni atteggiamenti e comportamenti che, seppur in buona fede, non fanno che peggiorare il problema:
IL NEGAZIONISTA: quello che crede che il problema non esista, che il ragazzo dovrebbe solo “impegnarsi di più”, e che dovrebbe essere trattato come tutti gli altri.
L’ALLARMISTA: quello che vede la dislessia come una malattia grave e invalidante, e che quindi tratta la situazione con eccessiva apprensione, cercando di facilitare il lavoro, e che spesso non fa altro che farti sentire ancora più incapace.
Approfondiamo allora la conoscenza della dislessia, cos’è, cosa comporta e come vincerla. Come vedremo insieme, nonostante pochi ancora lo sappiano, ci sono modi per ottenere grandi risultati a scuola anche se hai la dislessia.
Cos’è la dislessia in parole povere
In Italia ci sono circa 276.000 studenti con DSA ovvero disturbi specifici dell’apprendimento (dati MIUR 2019). I DSA sono disturbi dello sviluppo neurologico, che coinvolgono la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente.
Tra tutti i DSA, la dislessia è quella più diffusa, con il 39,6% del totale dei casi, seguiti dai disturbi di disortografia, di discalculia e di disgrafia. I sintomi più evidenti della dislessia si vedono nei ragazzi delle medie, che sono in totale il 6% degli attuali studenti che soffrono di questo DSA.
Sono molte le persone affette da dislessia in Italia e sembra che negli anni aumentino sempre di più. In 10 anni, dal 2010 al 2020, i casi sono aumentati del 4%. Oggi si contano circa 300 mila studenti nel nostro Paese che hanno difficoltà di apprendimento.
Cos’è la dislessia e come si riconosce?
Il disturbo della dislessia porta gli studenti a non riuscire a leggere con fluenza e scorrevolezza. Le cause di questa condizione non sono chiare, anche se probabilmente le origini della dislessia sono da ricondurre a un’anomala espressione dei geni deputati all’apprendimento e al linguaggio.
I primi sintomi si possono notare al momento dell’inizio della scuola elementare, quando il bambino si approccia alla scrittura e alla lettura. Tuttavia, le manifestazioni del disturbo possono comparire anche negli anni successivi e non sempre sono immediatamente riconducibili alla dislessia. A volte non è semplice notarli e questo può portare lo studente a provare disagio per le sue difficoltà.
Per verificare la presenza del disturbo in una persona, bisogna effettuare degli esami specifici.
Cos’è la dislessia e qual è il suo impatto nella vita quotidiana?
La dislessia non comporta solo delle difficoltà nel leggere le parole. Chi ne soffre dichiara di non vedere le lettere come chi non è dislessico. Inoltre, durante la lettura, queste persone percepiscono veri e propri disagi fisici, come nausea, vertigini e mal di pancia, anche per via dei pregiudizi che subiscono.
Le lettere sembrano muoversi sul foglio, spostarsi, creando delle frasi confuse. La visione periferica risulta sfocata, ma solo quando la persona dislessica si trova davanti al foglio. Infatti, a volte la dislessia viene confusa con problemi oculistici, ma l’ottico non li individua.
Dopo una lettura attenta del testo, il dislessico ha difficoltà a comprendere il testo. Confonde alcune lettere simili, come la b e la d. La forte attenzione che i dislessici pongono nella lettura li porta a percepire mal di testa e stanchezza tanto che, quando il disturbo non è ancora dimostrato, vengono additati come pigri e sfaccendati.
Ecco perché, anche per salvaguardare la salute mentale dello studente, è bene rendersi da subito conto della presenza della dislessia.
Cosa non sanno fare i dislessici?
Non c’è qualcosa che esattamente i dislessici non sanno fare. Semplicemente, non riescono a leggere, come gli altri ragazzi, in modo fluente, a decodificare i testi in modo ottimale e fare lo spelling delle parole. Ecco perché le parole scritte da uno studente dislessiche risultano caratterizzate da refusi.
Il dislessico impara le stesse cose di un ragazzo non dislessico, ma con maggiori difficoltà, necessitando di maggiore tempo a disposizione e di un supporto più accurato nel suo apprendimento. Di questo parleremo nel prossimo paragrafo.
Le persone con dislessia hanno spesso anche difficoltà di memoria: hanno deficit di memoria a breve termine e potrebbero non ricordare fatti ed eventi accaduti poche settimane prima. La memoria di lavoro, deputata alla conservazione di informazioni utili per svolgere compiti specifici, come prendere appunti a lezione, non è ottimale.
A volte i dislessici non riescono a ricordare con chiarezza l’età dei figli o le informazioni troppo complesse.
Cos’è la dislessia e come viene trattata?
L’articolo 5 della Legge n.170/2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” definisce cos’è la dislessia come parte dei disturbi DSA e indica le misure educative e didattiche di supporto. Infatti, si specifica che gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari.
Nel 2011 sono stati emanati anche le “Linee Guida per il diritto allo studio degli studenti con DSA”.
La dislessia non è una malattia che si cura, ma una forma di DSA che impedisce chi ne è affetto di apprendere come gli altri studenti. Si può comunque compensare il disturbo attraverso sistemi riabilitativi dell’apprendimento.
Tra le soluzioni comprese in questi sistemi ci sono:
- posizionare lo studente in un posto di favore, vicino all’insegnante e alla lavagna, in modo da compensare le difficoltà di comprensione e lettura;
- offrire allo studente maggior tempo per leggere, studiare, comprendere i concetti e preparare gli esami;
- utilizzare testi con caratteri di grandi dimensioni e font facili da leggere;
- evitare di fornire a un dislessico dei testi che presentano scarso contrasto con lo sfondo o sbavature;
- fornire alla persona dislessica una serie di strumenti utili per lo studio, come libri sottolineati, app e software di supporto.
In Italia, gli studenti a cui è stato diagnosticato un disturbo dell’apprendimento DSA hanno diritto a beneficiare di specifiche misure compensative per la flessibilità didattica. Tuttavia, l’attuale normativa italiana non tutela le persone con dislessia, già adulte, sul posto di lavoro. Inoltre, la valutazione e la diagnosi dei DSA negli adulti sono più difficili da ottenere, in quanto mancano i servizi diagnostici specializzati.
E’ bene quindi diagnosticare in età scolare qualsiasi DSA e intervenire con metodi di studio delicati, evitando al contempo situazioni disagevoli per gli studenti che ne sono affetti.
Cosa fare se hai la dislessia?
Innanzitutto ti invitiamo a smettere di pensare di avere un problema.
Non pensare a cos’è la dislessia secondo i medici o secondo le definizioni.
Pensa piuttosto che hai solo un DIVERSO MODO DI FUNZIONARE del tuo cervello, una particolarità che rende il tuo modo di apprendere diverso dagli altri, e che ha bisogno di STRATEGIE SPECIFICHE per rendere lo studio più agevole.
Ciascuno di noi ha un particolare set di stili cognitivi, preferenze che rendono ill nostro modo di apprendere unico, e conoscere queste caratteristiche è fondamentale per creare il proprio metodo.
Immagina di avere na macchina che va a diesel e di mettere nel serbatoio della benzina. Che cosa succede alla tua macchina? Non farà molti chilometri vero?
Ecco, è esattamente la stessa cosa, se la tua mente processa più facilmente le immagini(questo vale per tutti, ma per i DSA è notevolmente accentuato) e tu ti ostini ad inserire lettere e parole, come puoi pensare che possa andare veloce?
Continua ad approfondire questo argomento nel video che segue: parleremo di alcune strategie efficaci che puoi applicare per accelerare il tuo metodo, e ti porterò anche la testimonianza di una ragazza con dislessia che è riuscita a risolvere le sue difficoltà dopo il corso Genio in 21 giorni, migliorando di SEI VOLTE la sua velocità di lettura!
Vinci la dislessia: il Libro e il metodo di Genio in 21 Giorni
Allenarsi alla diversità! Credo che la diversità sia la sfida più grande che un insegnante si trova ad affrontare al giorno d’oggi.
La diversità intesa come culturale, religiosa, di approccio alle materie, allo studio, all’apprendimento. La scuola è il luogo dove la diversità si incontra e si mette in relazione, creando il giusto equilibrio per poter fornire gli insegnamenti concordati con il Ministero dell’Istruzione.
È una sfida perché non esiste un manuale che spieghi come affrontare, gestire e riuscire a trasmettere l’importanza dell’apprendimento al ragazzo, ognuno è diverso con le sue caratteristiche che lo definiscono.
All’insegnante, come al genitore, è stato affidato uno dei compiti più importanti e complessi che esistano al mondo: l’educazione. Pertanto chi si assume questo compito ha una grande responsabilità e non può trascurare le caratteristiche che entrano in gioco nell’apprendimento.
Anche quando parliamo di dislessia si parla di diversità perché diverso è l’approccio allo studio. È necessario quindi avere una guida, un manuale che ti permetta di fornire allo studente gli strumenti appropriati per le sue caratteristiche.
Nel libro Vinci la dislessia con il metodo Genio in 21 giorni mi soffermo su come un bambino, o un ragazzo, vive e interpreta il mondo attraverso gli occhi del genitore, o per meglio dire dell’educatore, quindi è necessario comprendere la dislessia per saperla valorizzare, altrimenti neanche il ragazzo avrà la capacità di farlo, e questo inciderà nella sua vita per sempre.
La scuola è il luogo dove uno studente passa la maggior parte del suo tempo, non solo, la scuola la si porta anche a casa con i compiti e le emozioni della giornata, quindi l’insegnante ha la necessità di comprendere come funziona il mondo per un dislessico perché ha in mano la possibilità di fornirgli o meno le istruzioni per affrontarlo. Attraverso le materie come storia, matematica, italiano o arte avete la possibilità di insegnare la passione per l’apprendimento, l’unico jolly che vale per tutta la vita.
Nelle pagine di questo libro, Vinci la dislessia con il metodo Genio in 21 giorni, voglio farvi conoscere la dislessia da un’altra prospettiva: non una minaccia per i nostri ragazzi ma un’occasione per crescere insieme.
Giulia Martini – Autrice di Vinci la Dislessia con il Metodo Genio in 21 Giorni