Il metodo che nemmeno Alberto Angela conosce per smettere di perdere tempo con il “leggi e ripeti”

La settimana scorsa, prima di andare a letto stavo scorrendo la bacheca del gruppo Sistema di Studio Genio in 21 Giorni. Tra le tante testimonianze dei nostri studenti leggo un post di Elena che mi ha fatto morire dal ridere.

“[Salvate il soldato Angela]

E niente, un tranquillo martedì mattina di gennaio ti piglia lo schiribizzo di farti un giro alle Terme di Caracalla a Roma.

Passeggi con aria assorta tra le rovine e ti soffermi a leggere tutti i cartelloni fingendo di aver ripassato storia antica ieri (e non 10 anni fa in università).

Poi ti giri e a un metro di distanza trovi Lui.
L’unico faro di luce nelle menti ottenebrate del palinsesto generalista.
L’erede della più potente dinastia divulgatori che il nostro paese abbia mai conosciuto.
ALBERTO ANGELA.

Ti avvicini di soppiatto (sperando di non finire scaraventata via dalla sicurezza come un fazzoletto usato) e senti la pera voce.

Stava ripetendo a voce alta il testo che avrebbe dovuto recitare davanti alla telecamera di lì a poco.

Persino Angelone nostro ripete come un registratore rotto perché nessuno gli ha mai insegnato un metodo di studio!

Intervenite!
Fate qualcosa!
SALVATE IL SOLDATO ANGELA!”

“Ahahah. Ricevuto, passo e chiudo.”

Ci rifletto un po’.

Possibile che uno dei più grandi divulgatori di cultura del nostro tempo, un uomo in grado di sedurre milioni di donne con il solo fascino del suo sapere, sia ancora costretto ad usare il “leggi e ripeti” per studiare quello che deve dire durante la registrazione del programma?

Possibile che non conosca un metodo più efficace? Forse dovrei davvero contattarlo…

Appoggio il telefono sul cuscino e mi addormento. Dopo un po’ mi ritrovo ad essere il presentatore di Ulisse. Nel sogno sto spiegando come funziona la nostra memoria, solo che lo faccio con la voce di Alberto Angela, ma per un qualche strano motivo sono calvo e in costume da bagno.

Mi sveglio la mattina dopo con il ricordo di questo assurdo sogno e poi mentre faccio colazione, tanto per gioco, mi metto a pensare a cosa farei se davvero fossi Alberto Angela e dovessi condurre una puntata di Ulisse in cui spiego il rapporto tra studio e cervello.

Probabilmente inizierei spiegando che:

Ogni volta che leggi e ripeti, stai studiando nel modo sbagliato. Il tuo cervello non funziona per essere utilizzato in questo modo. Il tuo cervello lavora per immagini.

Niente di nuovo. Te ne ho già parlato in altri articoli.

Stai leggendo il libro di Storia e ad un certo punto arrivi a leggere che: “Nel 218 a.C. Annibale attraversa le Alpi con il suo esercito e molti elefanti”

Cosa fa la tua mente a questo punto?

Si immagina una lunga colonna di guerrieri, molti dei quali a dorso di Elefanti, con un condottiero in testa.

Ma non ti fermi qui e ti viene da immaginarti anche delle alte montagne. Immagini la neve ovunque e tutto attorno una terribile bufera. Ti chiedi come facciano gli elefanti a sopravvivere a quel gelo. Con gli occhi della mente vedi le profonde impronte lasciate dai pachidermi sulla neve appena caduta.

Nella tua mente è ben vivida e reale l’immagine di Annibale che attraversa le alpi. E ti ricorderai per sempre questa scena, anche se non l’hai mai vista.

Dov’è il problema allora?

Se ti chiedo (senza guardare) qual è la data in cui Annibale ha attraversato le alpi, te la ricordi? E anche se ora te la ricordi sapresti dirmela domani, tra una settimana, un mese o un anno?

La risposta è no. Non ci riusciresti. È il motivo è alquanto semplice, come ti ho detto la nostra mente quando si tratta di memorizzare lavora per immagini e una data non è un’immagine.

Per la cronaca, era verso la fine di settembre del 218 avanti Cristo. Te lo dico, perché so che hai subito pensato di andare su Wikipedia a cercarla.

Una data è un concetto totalmente astratto. Se qualcuno ti dice un giorno che puoi ricondurre ad un evento, come il giorno della tua nascita, allora ha un senso, ma se ti dicono “immagina una data” nel senso astratto del termine, è impossibile farlo.

Il massimo che potresti fare è immaginare dei numeri scritti su di un pezzo di carta, ma è talmente sterile e povera come cosa che il nostro cervello non riesce a processarla come un’immagine vera e propria.

“Ma Max, io mi metto a ripetere una data più e più volte e alla fine all’interrogazione me la ricordo”

Su questo posso crederci; vedi, esiste un sistema di filtro nel tuo cervello che seleziona le informazioni più importanti che hai bisogno di ricordarti e quelle di minor interesse come il fatto che la macchina che hai incrociato in autobus era di colore verde.

Chiaramente se continui a leggere e a ripetere in continuazione, il tuo cervello deciderà di immagazzinare le informazioni che gli stai cacciando dentro a forza. Dico a forza perché non stai usando il suo linguaggio (quello delle immagini).

Ma il metodo leggi e ripeti ha 5 grossi punti deboli:

1)  Non ti dà certezze: Molto spesso appena hai ripetuto pensi di sapere tutto e poi all’esame ti ritrovi ad essere John Snow. “Tu non sai niente”

2) Anche se ti ricordi il giorno dopo le informazioni che ti sei ficcato in testa, rischi di cadere nella trappola di ricordarti la data giusta ma di associarla all’evento sbagliato. Non bene.

3) Anche se ti ricordi la data corretta per il giusto evento resta sempre il problema che ai professori piace cambiare le date dell’esame. E se la nuova data finisce tra due settimane tu devi ristudiare tutto da capo. Che bello!

4) Se hai bisogno delle stesse informazioni a distanza anche solo di un mese non ti ricordi nulla di nulla.

5) Le date non sono le uniche informazioni astratte che hai bisogno di memorizzare:

  • Se studi Medicina potresti aver bisogno di ricordarti parole come: Emocromocitometrico, diidropiandrosterone o la amatissima Porpora Trombotica Trombocitopenica. (Si sono parole vere che esistono).
  • Oppure potresti essere uno studente di fisica, matematica o ingegneria, e doverti ricordare una formula come questa:
  • Sempre tornando alla medicina, alle lauree sanitarie o ad altre facoltà come chimica e biotecnologie potresti dover ricordare a memoria formule come queste:

Se ti chiedono di memorizzare certe formule, e per molti esami è la prassi, non puoi fare nient’altro che alzarti nel bel mezzo dello studio, dire ai tuoi amici che “vai a comprare le sigarette” e scomparire per sempre sul primo peschereccio in partenza.

Le date, le formule (algebriche o chimiche), e i nomi assurdi e quasi impronunciabili non sono immagini. E per tanto se le ficchi a forza nella tua testa, se no rispetti il linguaggio macchina del tuo cervello non potrai fare nient’altro che dimenticartele.

Questo non è colpa tua, il problema è che siamo nel 2018 e nonostante tutti gli studi ormai consolidati sul funzionamento del nostro cervello e su come esso memorizzi le informazioni, non viene fatto nient’altro che insegnare agli studenti a imparare con il solito e inefficace leggi e ripeti.

Cosa ci puoi fare? Come risolvere il problema?

La risposta è piuttosto semplice. Devi approcciarti allo studio in una maniera del tutto differente e in particolare con un metodo che sia fatto appositamente su misura per quello che è il modo di funzionare del tuo cervello.

A tutto questo ci ho pensato io. Negli anni ho creato e perfezionato quello che ho chiamato metodo di studio Genio in 21 giorni.

In esso troverai un metodo rivoluzionario grazie al quale:

  1. Memorizzerai qualsiasi informazione rispettando il linguaggio macchina del tuo cervello, in modo da non dover mai più ripetere 10.000 volte una data od una formula prima di memorizzarla. In questo modo all’esame potrai sparare una mitragliata di dati numerici precisi ed esatti, stupendo il tuo professore.
  2. Ricorderai quello che studi a distanza di tempo, che si tratti di una settimana, di un mese o di un anno. Sarai in grado di richiamare le informazioni apprese ogni volta che ne hai bisogno. In questo modo ti sentirai tranquillo, sapendo che quello che hai studiato è conservato in una solida cassaforte, accessibile in qualsiasi momento anche in caso di imprevisti (cambi date esami, meteoriti etc..)
  3. Studierai nella metà del tempo: ebbene si! Non te l’ho ancora detto, ma quando segui il naturale modo di funzionare del tuo cervello e memorizzi per immagini apprende molto più rapidamente. Non solo ti ricorderai meglio e più a lungo le informazioni, ma passerai anche molto meno tempo sui libri riuscendo anche a goderti quel bellissimo sole oltre alla finestra dell’aula studio

Arrivati a questo sei di fronte ad un bivio:

A)      Vai avanti con il solito leggi e ripeti e finire come Albertone Nostro, che nonostante sia l’erede della potente dinastia di divulgatori degli Angela, è costretto a ricordare pagine e pagine di nomi, date, appunti e dettagli sotto il sole di Roma, a mezzogiorno, ripetendo come un pappagallo ad alta voce per essere sicuro di ricordarsi quello che pochi minuti dopo dovrà ripetere di fronte a una telecamera.

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