Settimana scorsa ti ho lasciato con la promessa di spiegarti come puoi ottenere quello stato di concentrazione così fondamentale per il tuo studio, riprendendo gli studi di Mihaly Csikszentmihalyi, celebre psicologo ungherese.
Ti ho promesso che ti avrei consegnato le chiavi di accesso a uno stadio di concentrazione perfetta, una situazione in cui niente sembra poterti distrarre e in cui il tempo scorre non percepito.
Quello di cui ti avevo parlato aveva permesso a prigionieri di guerra di sopravvivere nonostante la drammatica situazione in cui si trovavano.
Se non hai letto l’articolo precedente e vuoi sapere di cosa sto parlando, vai su Come aumentare la tua concentrazione nello studio […].
Ricorda, l’obiettivo di questo articolo è insegnarti come:
- Le esatte azioni che devi compiere per entrare in un flusso di concentrazione perfetto dal quale nemmeno la vicina del quinto piano può distrarti;
- Come il flusso può trasformare il tuo studio in un’esperienza piacevole e portarti a raddoppiare il numero di pagine memorizzate in un’ora;
- Come eliminare le pause (solo quelle inutili) e riuscire ad avere molto più tempo libero da dedicare alla tua vita.
Ma entriamo nel vivo, riprendendo l’esempio di settimana scorsa.
C’è Alex, un simpatico bambino che vuole imparare a giocare a tennis, lui ama quello sport, ha visto Roger Federer in televisione e vorrebbe diventare bravo, proprio come lui.
Quindi inizia a chiedere a mamma e papà di iscriverlo a un corso, promettendo che ci andrà sempre volentieri e senza mai lamentarsi.
Gianpaolo e Gertrude acconsentono, ed ecco che ci si prepara alla grande avventura.
Il diagramma qui sotto, ti spiegherà nel dettaglio qual è il tipo di esperienza che fa Alex quando gioca a tennis e come questo dovrebbe cambiare completamente il tuo approccio allo studio.
Sulle due assi del diagramma abbiamo riportate “sfide” e “abilità”, che sono i nostri metri di misura.
I numeri 1,2,3 e 4 rappresentano Alex nel suo processo di apprendimento del Tennis.
Quando inizia a giocare (punto 1) Alex non sa fare nulla, non ha nessuna abilità e la grande sfida che affronta ogni volta che prende in mano la racchetta è quella di mandare o meno la pallina oltre la rete.
Non è di certo una grande sfida, ma Alex si trova perfettamente concentrato mentre ci prova perché la sfida è perfettamente calibrata con le sue abilità in quel momento, solo in questo modo lui si mantiene nel flow, quello stato di perfetta concentrazione di cui ti parlavo.
Tuttavia non può rimanere nel Flow a lungo, infatti le sue abilità cresceranno e lo trascineranno nel punto 2, nella parte del grafico chiamata NOIA.
Quello stato in cui ti troveresti anche tu se ora ti riportassero alle elementari e ti costringessero a seguire una lezione sui pronomi personali.
Le tue abilità sono ormai ben superiori, così come quelle del nostro Alex.
Esiste anche un altro caso, quello in cui gli venga messo di fronte un avversario un po’ troppo forte e Alex passi al punto numero 3, entrando direttamente nella parte di grafico caratterizzata da una forte ansia.
Questo si verifica quando la sfida che ci troviamo ad affrontare è ben più difficile delle nostre abilità.
Né la noia, né l’ansia sono esperienze in accordo con lo stato di flow.
Quando provi una di queste due esperienze mentre studi, hai un problema
Supponi infatti di trovarti davanti a un argomento estremamente facile o che già conosci.
Mettiamo il caso che tu abbia preparato un esame e poi per un qualsiasi imprevisto ti sia trovato a non darlo.
Ogni volta che apri il libro un livello di noia suprema ti pervade, prosciugando ogni briciolo delle tue energie vitali.
Guardi la pagine e sai già cosa si trova scritto lì. Le tue abilità in questo caso sono di molto superiori alla sfida che stai affrontando e tu ti trovi a vagare in uno stato di NOIA (punto 2).
Questo comporta che non avrai assolutamente voglia di studiare e arriverai all’esame con conoscenze frammentarie e vecchie di mesi.
Oppure esiste il caso contrario, quello in cui le pagine che devi studiare sono TROPPO difficili per te, perché le tue abilità sono inferiori alla sfida che ti trovi ad affrontare.
Cosa succede dunque?
Che ti metti davanti al libro, lo apri, provi a studiare e entri in una spirale di ommiodiosonoinutilenonfaròmainientedibuononellavita.
È uno stato piuttosto normale, in cui ci siamo ritrovati tutti prima o poi davanti a un ostacolo più grande di noi.
Come superare la noia e studiare pagine su pagine senza mai fermarti
Quello che deve fare il nostro caro Alex e che devi fare anche tu è semplice.
Se è annoiato (2) per rientrare nel flow non dovrà fare altro che aumentare la difficoltà della sfida (ha anche una seconda scelta che è abbandonare il tennis, nel qual caso sparirebbe per sempre dal diagramma).
La sua scelta dunque sarà semplicemente quella di cambiare e rendere più difficili gli obiettivi. Per iniziare potrebbe ad esempio scegliere un avversario un pochino più bravo di lui.
Cosa devi fare tu invece?
Aumentare la sfida. Ora tu non stai giocando a tennis, ma il meccanismo è esattamente lo stesso.
L’argomento che studi è troppo facile? Trova una sfida più complessa, e visto che non puoi semplicemente cambiare materia, ingegnati a trovare modi alternativi.
Ad esempio stabilisci che dovrai assolutamente studiare X pagine al giorno e sulla scia di questa piccola sfida, vedrai cancellata la noia suprema che ti stava catturando.
Ora, parliamoci chiaro, non ti sto dicendo che il tuo esame diventerà improvvisamente più interessante dei Batman di Nolan, ti sto semplicemente spiegando alcune semplici strategie per far sì che il tuo cervello sia più motivato nell’approcciare il libro.
Come superare l’ansia e studiare pagine su pagine senza mai fermarti
Se Alex invece è nel punto 3 (ansia) la via per tornare nel flow si concretizza aumentando le sue abilità.
Certo potrebbe anche abbassare la difficoltà della sfida, ma questo non è sempre possibile, ad esempio non lo è per te e il tuo studio. +
Sia 1 che 4 rappresentano situazioni in cui Alex è nel flow, ma 4 è una situazione più complessa e interessante di 1, perché il soggetto sta affrontando sfide più grandi e andrà verso un continuo miglioramento.
Nonostante questo, il punto 4 non rappresenta di certo una situazione stabile, perché più Alex giocherà, più diventerà forte, più le sfide davanti a lui gli sembreranno sempre più facili e avrà bisogno di nuovi input.
Cosa devi fare tu invece?
Quando ti trovi davanti a una sfida troppo difficile è fondamentale che tu aumenti le tua abilità.
Puoi farti aiutare da qualche compagno più bravo di te per esempio oppure puoi ritornare indietro e riprendere in mano i fondamenti che hai trascurato.
La cosa fondamentale è che tu rientri in quel flusso in cui lo studio non è un mattone polacco di scrittore minimalista morto suicida giovanissimo ( se non cogli la citazione, è necessario un ripasso della comicità italiana ☺ ), ma un’esperienza che ti assorbe completamente e della quale non senti il peso e la fatica.
Inoltre il flow ti stimola perennemente a superarti per non finire nello stato di noia ed è quindi un motore potentissimo per il tuo miglioramento.
Anche nello stato di flow ovviamente i risultati variano in base a come studi. Di certo non corri il rischio di perdere tempo e distrarti, ma quanto sarà veloce il tuo miglioramento, dipende dalle abilità che ti troverai fra le mani.
Certo se ottieni gli incredibili risultati di Anna, dovrai rassegnarti a cercare sfide sempre più difficili.
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