Laurearsi fuori corso è una preoccupazione che riguarda tantissimi studenti universitari: è davvero così grave per il proprio futuro professionale laurearsi fuori corso?
Meglio laurearsi fuori corso con il massimo dei voti o laurearsi in corso e con qualche voto più basso?
C’è chi ti dice che è meglio puntare alla velocità e laurearti prima anche se con voti più bassi pur di entrare prima nel mondo del lavoro.
Chi invece ti dice che è meglio fare le cose con calma e per bene, che la fretta non è mai buona consigliera.
La risposta più sensata è: DIPENDE.
Non parliamo degli estremi di cui ogni tanto la cronaca ci porta notizia, come nel caso di questo signore, Alberto Valente, settant’anni , iscritto all’Università di Firenze dall’anno accademico 1969-70, che lo scorso 30 aprile si è laureato in Economia e commercio. Conquistandosi il titolo di “dottore” a più di cinquant’anni dal suo primo ingresso in un’aula d’ateneo. Tanto più che l’ora Dott. Valente ha evidentemente preso la laurea pur con 50 anni di fuori corso per una questione personale, visto che da 20 anni è in realtà amministratore delegato di un’azienda che produce tessuti per calzature e pantofole.
Il che ci riporta direttamente al nocciolo della questione: se ti stai laureando fuori corso perché nel frattempo stai anche lavorando, magari proprio nel settore in cui vorresti poi lavorare definitivamente, con ogni probabilità un datore di lavoro o un selezionatore si renderà conto che non sei stato un perditempo, anzi.
Ma al contrario, se dal tuo percorso di studi e dalla tua laurea in ritardo non si riescono a capire validi motivi per cui ci hai messo così tanto… il pensiero che tu te la sia presa comoda è piuttosto facile che appaia nella mente di chi dovrà sceglierti come futuro collaboratore.
Immagina di aver finito l’università e dover andare ad un appuntamento di lavoro importantissimo.
Hai già fatto decine di colloqui conclusi con un sorrisone a 32 denti da parte dell’addetto alla selezione, che ogni volta ti ha salutato con un bel «Le faremo sapere».Ne hai fatti così tanti che ormai inizi a perdere le speranze di riuscire a trovare lavoro.
Questo DEVE andare bene. Non c’è altra opzione.
Il luogo dell’appuntamento è a 250 km da casa tua.
Per essere sicuro di arrivare al top decidi di prendere un treno. In questo modo potrai ripassare le frasi ad effetto che ti sei prontamente preparato per fare una splendida figura, non vivrai lo stress del trovare parcheggio, e così via.
Del resto, di viaggi in treno ne hai già fatti a centinaia. Non ci pensi neppure che qualcosa possa andare storto.
E invece dopo qualche fermata senti un’inquietante voce metallica dagli altoparlanti del treno:
«Gentili passeggeri: il treno sta viaggiando con 5 minuti di ritardo. Ci scusiamo per il disagio»
Nella tua testa iniziano a dipingersi i peggio insulti per il servizio di ferrovie dello Stato, mentre speri con tutto te stesso che i minuti di ritardo rimangano solo 5. Ma eccolo che dopo un po’ tutto si ferma: c’è un guasto.
Tutti i passeggeri devono scendere.
Il prossimo treno per arrivare al tuo appuntamento è fra 2 ore.
Ormai il colloquio è perso.
«Se soltanto avessi preso l’auto!» continui a ripeterti mentre torni a casa con un altro treno che “si spera” arriverà in orario.
Se da un lato i treni sono comodi, dall’altro possono creare davvero delle situazioni spiacevoli. In particolar modo quelli italiani, si sono ormai aggiudicati la fama mondiale di essere sempre in ritardo.
Pensa che qualche anno fa ho letto che in Italia circa 1 treno su quattro arriva a destinazione in ritardo.
1 su 4! È davvero tantissimo.
Il problema è che quando sono in ritardo rischiano di creare dei danni enormi.
Se nella storia di prima la tua scelta fosse ricaduta sul viaggio in auto, probabilmente saresti arrivato puntuale. Ma per colpa di quel dannatissimo treno non sei riuscito a raggiungere la tua destinazione.
Ma cosa ha a che fare tutto questo con l’università?
Se NON vuoi rendere inutili gli anni passati all’università, NON fare come Trenitalia!
Se scrivi “Trenitalia” su Google sono più le pagine che parlano dei suoi ritardi rispetto a quelli che riportano gli orari dei treni.
Il punto è che i treni sono estremamente utili quando sono puntuali. Ma ogni volta che arrivano in ritardo rischiano di essere più i loro danni rispetto ai benefici.
Lo stesso vale per l’università.
Una ricerca del 2018 di Almalaurea, condotta su 630 mila laureati, afferma che con una laurea hai il 90% di possibilità in più di trovare lavoro rispetto a un non-laureato.
Il problema è che questo vale solo ed esclusivamente se riesci ad arrivare a fine percorso universitario senza ritardi.
Immagina di essere a capo di un’azienda e dover assumere del personale: cosa penseresti di una persona che ha impiegato 7 anni per concludere una laurea triennale?
Certo, la laurea dice che ha studiato. Probabilmente possiede delle competenze in più rispetto a chi si è fermato alle superiori.
Oltretutto, molti ragazzi finiscono fuori corso perché sono obbligati a lavorare per mantenersi mentre frequentano l’università. Ma questo ai datori di lavoro NON interessa.
L’unica cosa che conta agli occhi di chi si occupa della selezione del personale è assumere il miglior candidato. Stop.
E se ti ritrovi ad un colloquio circondato da persone che si sono laureate in corso, mentre te l’hai fatto anche solo con un anno di ritardo, il tuo cv rischia di essere stracciato per direttissima.
Lo stesso vale se ti ritrovi affiancato con una persona priva di laurea ma che magari ha già accumulato 4 – 5 anni di esperienza sul campo.
Dimmi la verità: fra 2 persone, dove una si è laureata fuori corso di 4 anni e l’altra ha iniziato a lavorare subito dopo le superiori e può sfoggiare con orgoglio una lunga lista di buone raccomandazioni dei suoi vecchi datori di lavoro, chi sceglieresti?
Lo so che sei di parte e forse sceglieresti il primo, anche solo per empatia e perché riesci a sentire i sacrifici come se li avessi fatti tu stesso. Però nel mondo del lavoro non funziona così.
Secondo Almalaurea, chi è a capo della selezione del personale nelle grosse aziende sceglierebbe la persona non-laureata senza pensarci 2 volte.
Se ci rifletti un attimo, laurearti in ritardo è come presentarti ad un colloquio di lavoro esibendo un cartellone che sembra dire «Guardami! Io NON sono una garanzia di puntualità e professionalità!».
A quel punto, secondo gli addetti alla selezione del personale, è meglio non laurearsi affatto.
Questo significa che un universitario che impiega più di 3 anni per finire una triennale ha soltanto bruciato tempo e soldi?
Beh, sicuramente se riesci a ricordarti bene ciò che hai imparato negli anni di studio, il percorso all’università non è stato inutile.
Non è che la laurea “non serve a nulla”. Semplicemente assume un significato diverso a seconda della persona che hai davanti, del ruolo, delle richieste aziendali e delle altre candidature.
Ecco che ti ritrovi un una guerra terribile in cui devi vedertela con alcuni ragazzi che si sono laureati in tempo, e altri che magari sono già al quarto o quinto anno di lavoro.
La laurea può rappresentare il tuo colpo vincente, ma SOLO se è conseguita in tempo.
Un po’ come i treni: sono utili, sì. Ma tendenzialmente raggiungono il massimo della loro utilità SOLO quando arrivano in orario.
Ecco perché se da un lato ha ragione chi ti consiglia di prendere una laurea per trovare più facilmente un lavoro prestigioso…
… dall’altro sei costretto a capire come massimizzare le possibilità di ottenerla senza andare fuori corso.
Se non vuoi essere tagliato fuori dal mondo del lavoro – e odi l’idea di unirti a quel gruppo di “disoccupati laureati” – allora devi assolutamente riuscire a laurearti in tempo
Se ti laurei in ritardo è come se ti appiccicassi alla tua fronte un’etichetta con su scritto “persona poco affidabile”.
Lo so. Magari sei la persona più affidabile di questo mondo e hai le tue buone ragioni per essere fuori corso. Come dicevo prima però, delle tue “buone ragioni” a chi dovrà assumerti NON interessa.
Ecco come mai dovresti assolutamente concludere gli studi entro il tempo previsto dalla tua facoltà.
Il punto è che molto spesso non è così facile.
Ci sono passato anche io (ormai un po’ di anni fa) e so bene quanto sia impegnativo a volte.
Magari ti impegni tanto per un esame, poi vieni bocciato.
Magari rinunci spesso alla tua vita sociale per finire quel dannato esame che devi preparare entro pochi giorni.
Purtroppo però, tra professori che sembrano avere come unico obiettivo quello di ostacolarti e amici che con la puntualità di un orologio svizzero ti invitano a fare aperitivo ogni volta che apri il libro, la vita dello studente universitario NON è affatto semplice.
Ecco cosa mi ha spinto a creare il corso Genio in 21 Giorni. Ho provato io stesso le difficoltà comuni agli studenti universitari italiani e so bene quanto a volte questo percorso possa rivelarsi un incubo.
Il corso Genio è l’unico in Italia che ti permette di equipaggiare il tuo metodo di studio con le tecniche e le strategie adottate dalle università più prestigiose al mondo (come Harvard, Cambridge, la Comumbia University…).
È soltanto grazie a tecniche e strategie come quelle del corso Genio che sono possibili risultati come quelli di Valentina, che si era rassegnata ad una laurea fuori corso. Ma poi, una volta conosciuto il corso Genio, è riuscita a portarsi in pari con gli esami in pochi mesi:
Ora dimmi: se fossi a capo di un’impresa e dovessi scegliere se assumere Valentina o qualche ragazzo che si è laureato con 4 anni di ritardo, chi sceglieresti?
Quando ti laurei in tempo, non c’è partita.
I vantaggi di cui puoi godere su chi non ha fatto l’università (o su chi l’ha fatta laureandosi in ritardo) sono grandi almeno quanto lo è il libro che devi studiare entro il prossimo esame.
Ecco perché è fondamentale che tu acquisisca gli strumenti giusti per apparire come un elemento raro agli occhi delle aziende per le quali vorrai lavorare. Uno di quelli che le aziende non vedono l’ora di assumere.
Ok, ma io sono già fuori corso, come posso fare per recuperare?
Se sei già fuori corso la prima cosa da fare è accettare la realtà e smettere di nascondere la testa sotto la sabbia.
Sei probabilmente impantanato in una situazione da cui non riesci ad uscire da solo. Diversamente lo avresti già fatto.
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